MIGLIORI AMICHE

Che accade al mondo quando sono con te? Tutto il nero svanisce. Restano tinte di tenui gradazioni. Il giogo che mi trattiene al suolo è piuma e nuvole. Posso sorvolare i miei foschi giorni. Soffiare via le mie cicliche ruminazioni. Giro spesso sull’orlo di un cerchio, sospesa tra l’abisso e le tue braccia. Giro sullo stesso filo sospeso di una fine alla quale non riesco ancora a dire addio. Che mi accade quando sono con te? Solo quando sono con te? I miei dubbi sono polvdere di stelle. Ogni mio dolore foglia leggera in un ghirigori di vento.

Il mondo è al suo posto. Eccolo. Nell’infamia delle sue brame e in pochi, miseri, barlumi di repentini picchi di felicità. I tuoi dubbi? Guardali, sono tutti qui. Sono cecchini sulle terrazze. Ti tengono nel mirino, pronti a colpire ogni spiraglio di infantile felicità. Una bambina, ignara del pericolo corre per strada saltellando e cantando il tuo nome. E così ogni tuo dolore. La schiena ti duole. Ti duole la caviglia. E i malanni dell’animo: quel nome dimenticato e quello che ti ha conficcato la sua voce avvelenata nella tua, a volte, ingenua fiducia. E’ tutto, implacabilmente qui. Non ti illudere.

Mi gratifica. Mi onora sentirti dire che quando stai con me tu abbia l’impressione che questo posto sia migliore, immune agli ispidi capricci del terreno. Indolore, sordo alle voci dannate dell’inferno che vorrebbero la tua compagnia. Lo vedo, quando siamo insieme si placa il tumulto che ti scuote le notti. Non c’è più altro che io e te. E tutti i nostri propositi migliori in cerchio, nella nostra orbita.

Ma non è questo un inferno? Se questo minuscolo spazio, ricavato nel tempo, in cui ci condividiamo la vita, genera cecità tra le tue mani e ogni cosa che dovessero sfiorare ti sembra sia fatta con il migliore dei tessuti, finirai per pungerti i polpastrelli, filando matasse che credi lisce e setose e che celano invece un’aculeata natura di cui non ti avvedi nel tuo irresponsabile ottimismo.

Non è questo che dovrei essere per te. Non è questo che voglio tu sia per me. Non esiste il luogo perfetto. Non esiste un tempo che di sola letizia sia colmo. Quando siamo insieme possiamo solo provare e rendere migliore la nostra contemporaneità. Ma tutt’intorno si replica, come sempre, il teatrale scorrere della vita in una drammatica commedia che ci condurrà allo sfinimento delle membra, davanti a una finestra, a raccattare dagli anni erosi dal tempo frugali ricordi dalle tinte ormai spente e il sonoro impolverato come solchi di un vecchio vinile.

Non illuderti. Quando sei con me tutto resta uguale a se stesso. Non c’è modo di cambiare lo spartito. Le note sono scritte. Le note sono tante. Noi siamo solo due tasti messi l’uno di fianco all’altro. Possiamo suonare bene insieme. E quando ci si sofferma a farci vibrare in ritmica alternanza quel che facciamo è, indubbiamente, ricoperto da un’idilliaca patina d’argento. Ma ci fanno compagnia altri ottantasei silenzi e infinite combinazioni tonali. Il modo migliore per suonare bene insieme, io e te, è farlo nell’esecuzione di uno spartito che contempli tutti i colori della musica di cui è custode la cordiera, nel segreto della cassa armonica. 

Non siamo soli. Lo vedi? Non saremo mai soli io te. Finché saremo al mondo, e io voglio restarci a lungo, il più a lungo possibile, non potremo essere solo io e te a rendere indimenticabile questa esecuzione. Non bastiamo noi due, come avvinti amanti di shakespeariana indole, a conquistare la bellezza del trascorrere la vita.

Ammettilo, che opera sarebbe il nostro solitario bicordo?

Sarò per sempre la tua migliore amica, ma se ora decidessi che io sia la tua unica amica, sarei la migliore e sarei la peggiore. Sarei un’ideale. E gli ideali, ascoltami, quando incontrano la vita sono fragili ornamenti che un refolo di vento farebbe cadere. Frantumi e frammenti che mai nessuno riuscirà a ricomporre. Perché quando cade un’idea, sotto la forza della realtà, potrai riprendere quell’idea e provare a riportarla in auge, ma mai, credimi, ti prego, credimi, mai sarà la stessa. Qualche frammento te lo sarai perso. Qualcuno proverai a sostituirlo con una scheggia che non sarà mai perfettamente tagliata per quell’incastro.

Quindi, ora, lascia stare ogni idea di perfezione. Umanizza le tue terrestri divinità. Prima o poi ti deluderanno. Si renderanno tutte colpevoli di qualche puerile debolezza. Anche io lo farò. In fondo, siamo semplicemente semidei, avezzi a sbagliare, plagiati dalla convinzione di essere infallibili. Semidei, nati dalla congiunzione terrena di una donna e di un uomo, uniti da una chimica che è pura emanazione del divino. Semidei, figli di corpi mortali nel sacrale amplesso dell’amore. Smettila di cercare la Città del Sole o l’isola di Utopia. Nessun cartografo le ha mai localizzate. Non sono posti di questo mondo. La perfezione è pura congettura. Non esiste. Anche per noi. Anche questo nostro legame ha i suoi limiti. Li sapremo superare e addolcire, ma ci sono, ci faranno del male e poi ci faranno ricominciare. Saranno frequenti e a volte dolorosi. Ma non è questa l’amicizia? Comprendere, perdonare e non andar mai via.

Sei la mia migliore amica. Per questo non voglio essere per te l’unica migliore amica. Riponi i tuoi vestiti nei cassetti, metti via la valigia. Non si parte. Dimentica il tuo progetto: un’isola deserta, fuori da ogni rotta conosciuta. Cosa faremo lontani dal mondo nel nostro abbraccio esclusivo? Ci consumeremo come fuoco che non viene alimentato con legna nuova. Non ci rimarrà che cenere e freddo. Che fine faremo nel segreto delle nostre confidenze quando non ci sarà nessun altro con cui condividere la bellezza e la mostruosità di cui la vita ci condannerà a fare esperienza?

Andiamo, alzati, ci stanno aspettando. Lo senti? Ci stanno chiamando. La musica è quella giusta, la compagnia piacevole. Gettiamoci nella mischia. Balla come solo tu sai fare. Lo senti? Ti cercano. Ti adorano. Dillo a ognuno che c’è posto per tutti nella tua vita. Forse riserverai le stanze migliori per me e per pochi altri, te lo concedo, ma non lasciare mai nessuno fuori dalla porta. Balla come solo tu sai fare. E tutt’intorno a te (lo vedi?) si stanno muovendo seguendo i tuoi passi. E’ bello vederti felice anche se io mi allontano per un drink. Se un giorno dovessi assentarmi per un po’, ora so che tu sarai serena, consapevole che la nostra affettività non subirà ripercussioni nella lontananza, la nostra affinità non accuserà restrizioni nell’avvicinarsi di tutti quei nomi che ti chiederanno un posto nei tuoi giorni migliori.

3 commenti

    1. enzodegennaro

      Le amicizie sincere, nelle quali si instaurano rapporti in piena gratuità, nelle quali ci sono affinità e intese che non hanno bisogno di parole, sono uno dei doni più belli che la vita possa farci. Bello il tuo ritrovarti con un’amica dopo così tanto tempo e scoprire che gli affetti, reciproci, sono ancora lì…intatti…Il tempo e le distanze non possono usurare nessun vero legame. Capita anche a me quando dopo mesi di silenzio ci si rivede con amici che abito a centinaia di chilometri di distanza…

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