INTERRESPONSABILITA’

Il mio editoriale per il numero di ottobre di Mediappalti. Una riflessione sulla partecipazione attiva, sulla necessità di essere informati e fare la propria parte nel processo che porta a prendere decisioni che apparentemente non ci riguardano, ma che in un mondo imnterconnesso riescono invece a influenzare il nostro quotidiano.

Se è vero che esiste un’interconnessione tra le coscienze, i destini, la vita di ognuno di noi, deve essere anche vero che dovremmo essere più attenti a quel che accade nell’appartamento accanto al nostro, per le strade di Caivano, durante un forum all’aperto presso la Utah Valley University, sotto le sirene di Kiev, tra le macerie di Gaza. Se siamo parte del tutto dovremmo essere partecipi al tutto. Avere il coraggio di abbandonare l’io e misurarsi con un più alto noi. Esplorare l’esperienza dell’anima mundi di Platone, addentrarsi nell’inconscio collettivo di Carl Gustav Jung. Avrete da obiettare che come singoli siamo già oppressi dalle nostre mille complicazioni, perché farci carico, seppur anche solo emotivamente, dei problemi di altri che neppure conosciamo e che non ci toccano direttamente? È questo il punto: è falsa la distanza che crediamo esserci tra noi e quel che succede altrove. In questa nella fitta rete di interrelazioni, l’altrove è ovunque.

Le decisioni che apparentemente possono riguardare una ristretta comunità riescono a incanalarsi in vie che in qualche modo finiscono per toccarci. Se Trump impone dazi alla Cina ne pagheranno le conseguenze anche i quaranta cittadini di Stavoli di Moggio, il paese più isolato d’Italia. Lasciare che apaticamente si decida del nostro destino è un errore che di frequente commettiamo. 

Con i governi autoritari abbiamo lasciato che il potere fosse esercito dai singoli sovrani; la popolazione non faceva parte del processo decisionale. La nascita delle democrazie ha spostato la sovranità al popolo, ma la delega fatta ai parlamentari si è mutata, nei decenni, in disinteresse. Le distanze si sono allargate. La fiducia nella politica corrosa fino a misere percentuali di affluenza alle urne proprio in occasione del più importante istituto di democrazia diretta, il referendum. Il record in negativo lo detiene l’abrogativo del 2022 sulla giustizia. L’affluenza fu appena del 20,4%.

Quando ci viene chiesto un parere su un qualsiasi argomento, diamolo. Informiamoci, studiamo ed esprimiamo il nostro punto di vista. Partecipiamo. Collaboriamo. Una richiesta di collaborazione è giunta di recente dall’Autorità Anticorruzione che sul suo sito ha pubblicato il Piano Anticorruzione 2025. Fino al 30 settembre è stato possibile consultarlo. Entro la stessa data era richiesto l’invio di contributi e osservazioni. “Il Piano è stato elaborato come uno strumento di supporto alle amministrazioni pubbliche e agli enti per la migliore attuazione delle strategie di prevenzione della corruzione”, scrive l’ANAC nella presentazione dell’iniziativa e sui canali social.

La corruzione è uno di quegli argomenti che si ramifica nella quotidianità di tutti pur avendo origine nel chiuso di una stanza nella quale si concludono loschi affari. La corruzione è madre di spese fuori controllo, affidamento in appalto con procedure viziate, scarsa qualità dei lavori, dei servizi, delle forniture. Tutti aspetti che interagiscono con la quotidianità e che quotidianamente devono suscitare interesse. Partecipazione.

Partecipazione vuol dire responsabilità. Non vi pare che questa (responsabilità) sia una parola magnifica? Un’investitura. Un impegno che richiede dedizione, passione, tal volta anche qualche sacrificio.

In questo mondo interconnesso, nel quale decisioni lontane producono effetti ravvicinati, non possiamo ignorare l’importanza della partecipazione a quei processi che definiscono anche la nostra realtà. L’interconnessione richiede “interresponsabilità”.

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