Siamo ormai entrati nel secondo mese di scuola. E’ giunto il momento di coindividere l’editoriale realizzato per Mediappalti per il mese di settembre nel quale mi sofferrmavo sulle condizioni dei nostri plessi scolastici, sulla necessità di interventi di manutenzione e implementazione. Un excursus che prende il via da uno studio di Tuttoscuola che evidenzia che “il 90% degli edifici scolastici non è a norma di sicurezza”.
La nostra vita zeppa di impegni. Famiglia, lavoro, spesa, bollette da pagare, riunioni condominiali, appuntamenti dal medico, dal dentista, dal commercialista e dal meccanico, incontri con i docenti, con il comitato di quartiere, con catechisti e catechiste, la partita a padel e la lezione di chitarra. In una giornata, tutte queste cose non ci stanno. Vorremmo fare tutto, essere dappertutto, non trascurare nessun impegno. Eppure, dovremmo fare delle scelte. Cosa è davvero importante e cosa invece può aspettare. Decisioni che definiscono chi siamo e cosa vogliamo. “La nostra vita è la somma totale di tutte le decisioni che prendiamo ogni giorno e tali decisioni sono determinate dalle nostre priorità”, affermava il filosofo bahamense Myles Munroe. Ecco di cosa abbiamo bisogno: di priorità. Avere una scala di valori e determinare cosa va fatto nell’immediato e cosa può aspettare.
Siamo alla vigilia dell’apertura delle scuole. Come accade di solito in questo momento dell’anno, si fanno i bilanci sullo stato di salute dei plessi scolastici. Quest’anno, a tenere banco è il dossier pubblicato da Tuttoscuola: “Riaprono le scuole per oltre 7 milioni di studenti e per un milione di lavoratori del settore. Sono luoghi sicuri?”. Certo che lo sono. La sicurezza è una priorità. Quella dei bambini e dei ragazzi a scuola è una priorità assoluta. Come dici? La domanda di Tuttoscuola è retorica? Vuoi dirmi che le scuole non sono sicure? Che le priorità sono diverse?
Lo studio messo a punto da Tuttoscuola mostra uno scenario tutt’altro che rassicurante: il 90% degli edifici scolastici non è a norma di sicurezza. Un dato del genere è capace di lasciarti senza parole, di cancellare qualsiasi pensiero. Ti lascia inebetito davanti a quel titolo per diversi secondi e le uniche parole che riesci a formulare sono “come è possibile?”.
Finito l’effetto torpore, cerchiamo di capire. Tuttoscuola evidenzia che “in tema di sicurezza sono 5 le certificazioni fondamentali previste dalla normativa: Certificato di agibilità, Certificato di prevenzione incendi, Certificato di omologazione centrale termica, Piano di evacuazione, Documento di valutazione dei rischi”. L’indagine sul possesso di tali certificazioni, basata su dati dell’anno scolastico 2023-2024, mostra che “meno di un edificio su 10 dispone di tutte e cinque le certificazioni fondamentali previste”. Per ogni certificazione è previsto un collaudo. Ci sono edifici scolastici che non ne dispongono o, ancor peggio, che non li hanno superati.
Gran parte del patrimonio immobiliare scolastico è vetusto, frutto dell’operosità dei primi anni del ‘900. Ma il dato anagrafico non è sinonimo di inagibilità. Il Palazzo Senatorio, sede del municipio di Roma, è una struttura risalente al 1143. Il Pantheon, oggi chiesa cristiana, è un tempio romano fatto edificare da Adriano tra il 118 i il 125 dopo Cristo. Quel che ha reso certe scuole al limite della fruibilità sono i decenni di disinteresse. Un ritardo di sessant’anni, ammette il Ministero dell’Istruzione interpellato dall’ANSA, che si sta provando a ricucire con opere di ristrutturazione finanziate dai fonti del PNRR.
La fotografia mostrata da Tuttoscuola sarebbe ferma all’anno scolastico 2023-2024, fa osservare il Ministero che sostiene come allo stato attuale sarebbero in corso interventi su oltre 10mila edifici scolastici, il 22% delle scuole. Bene, ma perché accumulare tanto ritardo? E, senza la pandemia e di conseguenza senza il PNRR, oggi, quegli interventi sarebbero stati appaltati?
Miliardi di lire prima e milioni di euro nella storia recente, sono stati destinati ad altri cantieri. Lo si è fatto per tanto tempo, troppo. Così il ritardo accumulato ha spostato la lancetta dal prioritario all’urgente. Oggi promuovere gare d’appalto in tema scolastico è un’urgenza con tutto quello che ne consegue. Lavorare in urgenza significa avere tempi stretti, quasi mai sufficienti per valutare con serenità le migliori opzioni possibili, a discapito della qualità.
Tuttoscuola parla degli edifici scolastici come “seconda casa” per oltre sette milioni di alunni. Definisce gli alunni “la fascia più preziosa della popolazione italiana”. Siamo tutti d’accordo? Qualcuno ammicca, un altro volge lo sguardo altrove, qualcun altro rimane impassibile, c’è chi chiede di poter andare in bagno. Reazioni da scolaresca invitata a rispondere a una qualsiasi domanda della professoressa di turno. Perché in realtà, non siamo tutti d’accordo. Si è andati avanti così per decenni. In tutti questi anni “la fascia più preziosa della popolazione italiana” non è stata una priorità per i suoi padri.