UN’ORCHESTRA

Lungo una notte placcata d’argento da una luna in pieno splendore, ti rotrovo. Non ci sono altre ombre oltre le nostre in questa strada tormentata dall’imperfezione di un giorno che ti ha consumato la vita. Dove vuoi che ti conduca se non in quelle ore nelle quali hai smarrito il luccicare degli occhi? Nell’attimo prima che il cielo su di te si lacerasse, lesionato dall’ispido antracite di una nuvola di passaggio. Oppure, ovunque tu desideri, in qualsiasi dove tu creda che un vento tiepido e leggero sia in grado di allungare le sue dita sottili per spazzare via quell’opaca patina che altera i colori delle tue parole. Lì, finalmente, trovare conforto e ritrovare i tuoi occhi, le tue labbra, ogni ruga del tuo viso che in sincrono, come strumenti di un’orchestra, eseguiranno per me quel sinfonico sorriso di cui entrambi, nonostante tutto, sappiamo tu essere interpetre sublime.

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