ENZO

Giacimenti di ricordi scivolano sotto la pelle di queste strade. Correvo e ridevo. E tu, poco più dietro trattenevi l’andatura perché potessi precederti, allungarmi verso il tastino del citofono, rispondere “apri” alla voce sempre sorridente della mamma che, fingendo di non sapere, chiedeva dolce “chi é?”. Spalancavo il portone. Vi entravo trionfante. Finalmente il mio urlo di gioia che inneggiava “ho vinto, ho vinto!”.

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