Esistono pochi tracciati che filano verso il traguardo. Fili invisibili sul bianco incandescente. Nel folle dislivello. Ci vogliono occhi veggenti per leggerne le traiettorie. Movimenti millimetrici per ingannare la gravità. Padroneggiare la velocità. Sbuffi di neve e rapidi fruscii nell’inclinazione estrema di un corpo che attraversa lo spazio costringenodolo in un tempo racchiuso al di sotto di due giri di lancette.
