Nell’ombra ostinata che rantola sul marciapiede e nel grigiore efferato del cemento e dell’asfalto, con le mani in tasca, fischiettando Benvegnù. Scorribande di motorini. Rigurgitanti cassonetti. Alopeciche aiuole e luci traballanti. Enormi lenti nere sul naso, scimmiottando Audrey Hepburn. Voci di donne che si rincorrono tra i balconi. Voci di bambini che giocano a nascondino nell’eco degli androni. Cito ad alta voce Arthur Rimbaud. Ragazzini che si baciano con la complicità di un porticato e, nella pancia della notte, demoni in tuta che vendono estasi effimere, angeli neri che amano a tempo. Malinconica dolcezza di questo lembo di città, tra i fasti del centro e il lusso delle villette in collina, amerò per sempre la tua decadente bellezza e per sempre, lo giuro, ti resterò accanto. Ti insegnerò a sorridere. Ti rivelerò che anche per te qualcuno muore d’amore.
