Mi infilo tra le strade scavate nei palazzi. Su questi marciapiedi, in fondo ad un canyon, schiacciato da un silenzio verticale che oscura ogni parola. Corro con i pugni stretti, affondati nelle tasche del cappotto. Stringono le chiavi di casa ed un foglietto con il tuo nome. In questi giorni, tutti uguali, rischio in ogni istante di dimenticare chi sono. Il tuo nome mi ricorda il mio perché sarei nessuno se non avessi imparato come chiamarti.
