INCUBO

Mi addentro in un’altra oscenità. Sotto un cielo sagomato dal grigio dei palazzi. Non ci sono alberi. Non ci sono bambini che corrono per strada. Tu che sei dall’altra parte di questo incubo e senti che mi agito e senti le mie urla, non allarmarti, non addolorarti per me. Non provare ad entrarci. Resta fuori. Aspettami. Appena ne sarò uscito, fammi salire. Guida veloce. Portami via.

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