Sul sofà. Nell’intervallo concesso tra l’appuntamento delle 15,00 e quello delle 16,30. 30 minuti. Il tempo necessario per riaffiorare. Un lungo e rapido respiro. E poi tuffarsi di nuovo in profondità. Giù, tra le incombenze del suo lavoro. Disattivò il wifi. Lascio il telefono silenziato. Si disconesse dai social. Aprì le persiane. Il sole debole del pomeriggio di inizio novembre. Il silenzio dilagò. Una nota costante ronzava in quella stanza. Sottile. Persistente. Poi arrivò la sua musica preferita. E si ritrovò ad occhi chiusi in un mondo lontano. Nel punto più isolato del suo animo. Aldilà di ogni inquietudine. Dove i pensieri sono leggeri come aquiloni sulla pagina celeste di un cielo liscio come seta.
