Le condizioni meteo ci sono avverse. Soffia un forte vento che ti trattiene oltre l’orizzonte. Salgo sul punto più alto della scogliera. Il mare, in basso, si schianta con violenza contro le rocce scure. Strizzo gli occhi cercando qualcosa che mi racconti del tuo ritorno. L’albero maestro. Una vela. La divina immagine della polena. Niente. Solo onde. Onde dalla bianca criniera che galoppano disperate per frantumarsi contro gli speroni semisommersi di queste rive inospitali rivolte ad est. Il mio sguardo è laggiù. In balia delle onde che mi riportano indietro ogni volta che provo ad allungarmi verso il porto che ti trattiene. Il vento cambierà. Avrà muscoli possenti. Ti spingerà fino a me, anticipando nell’aria i profumi delle terre dalle quali stai per salpare. E tra i fiori d’oriente, le fragranze dei tessuti e delle spezie, ti riconoscerò. E saprò che quel puntino laggiù, appena sopra la linea tesa tra terra e mare, sei tu.
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