Sorprenderti mentre dormi ancora. Il respiro delicato. L’espressione tersa. Un cielo limpido su un mare luccicante. Lo spettacolo più bello a cui aspirare. Rincasando. All’alba. Dopo il turno di notte. Otto ore di anonimato. I movimenti annoiati di una pressa di ultima generazione. I gesti meccanici delle mani. L’ultimo degli U2 nelle cuffiette. Mi siedo sul bordo del letto. Non ti sveglio. Voglio godermi lo spettacolo fino in fondo. Fino a quel filo di luce che, addolcito dalle tende, ti accarezza le palpebre. Fino alla tua buffa smorfia di fastidio. Apri gli occhi per richiuderli subito. Affiorare per un attimo, riprendere fiato e rituffarsi per qualche bracciata ancora tra i fondali corallini di un sogno. Ma aprendo gli occhi incroci i miei. Ti butti giù. Ma subito riemergi. Che ora è? Perché non mi hai svegliata? Per guardarmi dormire? Che stupido che sei. Fatti abbracciare. Riposati.
ED
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