Mi dispiace per quelli come me, che camminano con il cuore sopra i trampoli.
Con il sorriso colorato offerto al primo che passa e al secondo che resta. Mi tolgo il cappello per rispetto e per sedurvi, sempre sorridendo.
Improvvisiamo un passo di danza incerto, cerchiamo di imparare il vostro incedere da umani ma preferiamo incuriosirvi, lasciarvi a guardare il nostro culo.
Una maschera bianca di cera, i bottoni colorati, una pipa e una camicia. Conosciamo i segreti delle nuvole e siamo troppo distanti dai vostri pensieri. C’è sempre qualcuno che sogna di vederci schiantare ma non saprebbe neanche da che lato guardare. Cadranno davanti? Cadranno di dietro? Prova a starci tu col cuore sui trampoli, stupido.
Abbiamo le mani rotte ed i piedi gonfi, le vene dei polpacci esplose e le ginocchia di marmo. I colori della giacca ci rendono ridicoli, siamo pagliacci con uno slancio verso il sole, ma diventiamo serissimi se ci chiedi di far il solletico al cielo.
Muoviamo la terra con i nostri piccoli passi mentre dalla tasca tiriam fuori una stella da attaccare sulla guancia di una ragazza o cerchiamo una risposta ai perché di un bambino.
Nessuno ci chiede quanta fatica, nessuno ci porta una birra, una penna, un’amica. Sappiamo quel che accade prima di tutti, potrem raccogliere tutti i frutti.
Ma viviamo così.
Senza pretese né grandi attese.
Noi, con il cuore sui trampoli, reggiamo il mondo in equilibrio.
D. D.